MEDITAZIONE E CREDENZE LIMITANTI

Quando si parla di pratica meditativa, diversi sono i fraintendimenti che si possono incontrare. Qui te ne riporto alcuni, ma non solo. Per ogni falso mito andremo a identificare la verità che si nasconde dietro questa corazza.

  1. La meditazione è un metodo per rilassarsi: la meditazione favorisce il rilassamento in quanto agisce sul sistema nervoso, andando a ridurre i livelli di stress e allenando la persona ad avere il controllo sui pensieri intrusivi che si palesano durante la pratica, e quindi senza farsi travolgere da essi. Ma meditare non equivale a rilassarsi, seppur il rilassamento sia una fase importantissima nella giornata di una persona, specialmente in questa epoca caratterizzata da ritmi frenetici e multitasking, quando meditiamo ci prendiamo l’impegno di stare in compagnia di noi stesse, in modo attento, attivo e presente;

  2. La meditazione ferma e svuota la mente: giammai, oserei dire. La mente non solo non può essere fermata, ma non deve nemmeno essere questo il nostro obiettivo. La mente ha il compito di fabbricare pensieri, a noi la capacità di saperli gestire, senza farsi travolgere da essi e senza rifiutarli a priori. La mente non va fermata o svuotata, ma noi abbiamo la possibilità di allenarci, grazie alla meditazione, a sviluppare un’attenzione consapevole e a vivere nel momento presente, senza passare costantemente dal rimuginio del passato alle preoccupazioni del futuro;

  3. Per praticare devi essere calma: la meditazione non si posa soltanto su uno stato esperienziale dell’essere umano, non richiede pacatezza d’animo o equilibrio interiore. Tuttavia, qualora ci accorgessimo che la mente e il corpo accusano una sovraeccitazione o un sovraccarico (fisico, mentale, emotivo), allora è bene antecedere alla meditazione delle attività creative e/o dell’attività fisica, così da scaricare la tensione in eccesso. Un’alternativa può essere quella di praticare la meditazione in movimento (camminata o ispirata allo yoga);

  4. La meditazione è una pratica religiosa: la meditazione è una pratica dell’essere umano che sa vivere in armonia con sé stesso e di riflesso con il mondo. La meditazione non coltiva precetti religiosi ma stati dell’essere: presenza, attenzione, consapevolezza, gentilezza, fiducia, autenticità, ascolto, comprensione, accettazione, pazienza, contemplazione e centratura;

  5. La meditazione va praticata seduti a terra: la pratica meditativa può svolgersi da seduti (per terra con un supporto o su una sedia), stando in piedi, portandosi coricati in posizione supina o in movimento;

  6. É autoipnosi: non c’è ipnosi, ma presenza attiva, cosciente, attenta e curiosa;

  7. Meditare si traduce in concentrazione: la meditazione non è concentrazione, ma è contemplazione; detto questo, la pratica meditativa ha effetti benefici sulla capacità decisionale e sulla concentrazione, questo perchè allena indirettamente l’attenzione intenzionale e focalizzata, riducendo l’attitudine alla distrazione, tipica di una società governata dal fare (a tal proposito, si noti la presenza di una nuova forma di stress denominata tecnostress e correlata all’uso della tecnologia);

  8. La meditazione sviluppa il controllo delle emozioni: qui mi scappa un secondo giammai. Puntare al controllo delle emozioni ci allontana dalla nostra umanità, e di certo questo non può essere l’obiettivo finale di un’esistenza vissuta nella sua interezza. La pratica meditativa ci permette di entrare in contatto con la dimensione emotiva, sviluppando la consapevolezza che ogni emozione va riconosciuta, incontrata e attraversata con presenza. Le emozioni non vanno ricercate così come non vanno evitate, vanno vissute senza farsi travolgere da esse, ricordandoci sempre che ogni eccesso è dannoso;

  9. La pratica meditativa allontana le esperienze spiacevoli: la meditazione allena l’attenzione consapevole, ciò vuol dire che oltre al brutto permette di sviluppare la capacità di notare e abitare il bello. Ciò non vuol dire rifiutare a priori le difficoltà e i momenti spiacevoli, ma imparare a stare nel mezzo, in un centro dove la vita accade in modo completo e vitale. E noi ne siamo protagonisti.

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